Storia

Il pioniere del volo padovano, il barone Leonino Da Zara

Nel 1904 anche nel nostro paese, sotto l’influsso del primo volo realizzato un anno prima dai fratelli Wright sulle dune di Kitty Hawk, fu costituita la Società Aeronautica Italiana, SAI, confluita da lì a poco nella Federazione Aeronautica Internazionale, espressa da sette paesi (Belgio, Francia, Germania, Italia, Spagna, Stati Uniti e Svizzera). La SAI può considerarsi l’ascendente diretto dell’Aero Club d’Italia, in quello scorcio del decennio inaugurale del secolo scorso, in cui si iniziava la corsa al cielo con un ventaglio di iniziative sperimentali rivolte a perfezionare rudimentali macchine alate – in legno, tela e tiranti, dotate dei primi apparati propulsivi – e, sul piano sociale, a creare una cultura aeronautica, cioè a diffondere la conoscenza del mezzo aereo e le potenzialità delle sue molteplici forme di utilizzo.

Leonino da Zara ai comandi di un biplano Henry Farman

Tra il 1907 ed il 1909 fu tutto un fiorire di sodalizi aeronautici, ispirati in molti casi da personalità di spicco, verso i quali ebbero un occhio di riguardo due enti già allora prestigiosi, il Touring Club Italiano, per le potenzialità del turismo aereo, e l’Automobile Club d’Italia, particolarmente interessato allo sviluppo dei motori. E fu in questo clima che venne costituito a Roma il Consiglio Generale della Società Aeronautica Italiana, come ente superiore con il compito di armonizzare e ripartire le competenze che si andavano sviluppando in questo mondo assai variegato, che andava a fondersi con le attività oramai consolidate dei mezzi aerostatici (palloni e dirigibili), e che cominciava a presentare i primi problemi di abilitazione al pilotaggio, con i relativi riconoscimenti sul piano internazionale.

L'hangar del primo aerodromo italiano costruito da Leonino da Zara a Bovolenta

In un panorama così effervescente, emerse nel padovano un pioniere tutto speciale: Leonino Da Zara. Di nobile casato, vantava esperienze automobilistiche alle spalle e una tenace passione per le imprese del nuovo mezzo aereo.

In quel di Bovolenta, e più precisamente in Località Prati Arcati, su un terreno di proprietà della sua famiglia, allestì il primo vero aerodromo civile, munito di un hangar in legno per il ricovero del suo aereo “Voisin”, e dove ospitava i suoi amici aviatori. “Un campo immenso, senza confini, con un limitare di colli lontani e un infinita quiete fuori dal rumore del mondo. La strada che porta a Padova e alle borgate vicine, taglia d’un nastro rettilineo il verdissimo dei prati: e anche quella era pista di cimenti, la famosa Padova-Bovolenta, dalle velocità folli per i siluri in corsa alla conquista dei record mondiali”(Leonino Da Zara, Storia del volo – ed. Istituti Augustei, Roma, 1936).

Bovolenta, 16 gennaio 1911: Da Zara ai comandi del Farman con l'operatore Ettore Frollo, che ha eseguito la prima ripresa cinematografica in volo.

Appena 3 giorni dopo aver ottenuto il brevetto, il 20 agosto 1910, Da Zara compie un volo memorabile, che sorvolando Casalserugo, Salboro e Bassanello lo porterà su Padova, dove atterrerà in Piazza d’Armi, accolto da un gran folla, e dalla quale decollerà nuovamente il giorno dopo per rientrare a Bovolenta.

Tra gli ospiti del primo aeroporto privato d’Italia, Gabriele D’Annunzio, che legherà il suo nome ad una impresa aviatoria che avrà risonanza nell’intera Europa e che partirà dal padovano: il Volo su Vienna. Scrive D’Annunzio in un telegramma a Da Zara – “Ho un grandissimo desiderio di vedere il suo campo di aviazione, stabilito con così magnifico coraggio.” 
Il 18 febbraio 1910 Leonino Da Zara fonda l’Aero Club d’Italia e ne diviene Presidente, prima ancora di aver ottenuto il brevetto di volo, che conseguirà il 17 agosto 1910, Brevetto di Pilota italiano n° 7. Suo istruttore fu il tenente Umberto Savoja su biplano Henry Farman dotato di un motore Gnome da 50 CV.

Scrive ancora Leonino da Zara: “Le incertezze del tempo e dell’aerodromo continuamente vittima delle invasioni delle acque, mi permettevano di organizzare altre attività, quella, ad esempio, della costituzione dell’Aero Club d’Italia che mi ha dato l’onore di conoscere S.A.R. il Duca degli Abruzzi. Il principe glorioso mi ha voluto accogliere a Venezia, dove era destinato per il suo alto posto di comando, compiacendosi di accettare la Presidenza onoraria per l’Aero Club d’Italia, fondato a Padova il 18 febbraio 1910, il primo sorto da noi e di cui venivo nominato Presidente”.

Leonino da Zara si intrattiene con Gabriele D'Annunzio

La storia recente

Dopo l’ultimo conflitto mondiale – durante il quale il sodalizio padovano aveva sospeso la sua attività – l’Aero Club riprese a volare nel 1947, impiegando due Auster III ed un Auster IV, residuati bellici americani. Negli anni 50, nuove possibilità si aprono ai soci, quando l’Aeronautica Militare cede gli addestratori Fiat G-46 all’Aero Club d’Italia, e due di questi entrano a far parte della flotta. Si tratta sicuramente di uno dei migliori velivoli che abbia mai volato nell’Aero Club. Vari Aeromobili si susseguono fino ad arrivare alla composizione attuale, che permette di accontentare le diverse esigenze dei Soci, grazie alla varietà di mezzi, che spazia dal “semplice” biciclo Piper PA-18 al complesso bimotore Piper PA-34, passando per gli affidabili e pratici Cessna 150, 152 e 172 ed i veloci Piper PA-28. Ed e’ soprattutto grazie alla numerosità della flotta, che i Soci dispongono sempre di diversi mezzi in linea di volo.

Il Brevetto francese di Leonino Da Zara. Nell'indirizzo si legge: "Aero Club de Padoue". E' il 1910.

I Presidenti che si sono succeduti dalla ricostituzione nel dopoguerra a oggi sono stati:

  • Guido Pozzi
  • Luigi Cantele
  • Ottavio Cincotta
  • Mariano De Luca
  • Gaetano Buttinoni
  • Antonio Boesso
  • Sergio Bortolozzo
  • Ilario Montesi
  • Gianni Ceoletta
  • Mario Testa
  • Giorgio Dal Bello
  • Paolo Voltan
  • Franco Mura
  • Eugenio Poggini
  • Moreno Busato
  • William Frasson
  • Marco Rubin
  • Federico Mastrogiacomo